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CLARA SERENI

Clara Bruna Libera Sereni è nata a Roma il 28 agosto del 1946. È la terza figlia di Emilio Sereni, Ministro dell’assistenza post-bellica, tra i più influenti intellettuali del Pci, e di Xenia Silberberg, la “Marina” de I giorni della nostra vita. A cinque anni perde la mamma e Sereni si risposa con Silvana Pecori, madre di Anna e Marta: da quel momento si sentirà la «sorella cerniera» tra Lea, Marinella e la nuova famiglia del padre. Terminato il liceo si iscrive a Lettere senza mai laurearsi: «io e l’università non ci siamo mai capite», dichiara. A vent’anni, non ancora maggiorenne (perché lo si era dopo i ventuno), abita da sola e frequenta il Folkstudio, canta ne L’armadio, è amica di Luigi e Francesco De Gregori. Per mantenersi fa la dattilografa, la dimafonista per Repubblica, la traduttrice e anche la segretaria per l’Anac e la Ficc, ai tempi di Citto Maselli e Goliarda Sapienza, come racconterà in Via Ripetta 155 (2015).
Nel 1974 esordisce con Sigma Epsilon che definirà un «parto prematuro», infatti sarà solo con Casalinghitudine (1987), che si guadagnerà un posto tra le scrittrici più significative della letteratura contemporanea, oltre che un lemma nel Dizionario della Lingua Italiana per il neologismo. Trovata la sua strada, utilizza la scrittura per portare luce tra le ombre della società: sempre schierata dalla parte degli “ultimi”, nei suoi libri affronta da varie prospettive il tema della diversità. Intanto nel 1978 nasce Matteo, una maternità difficile, che le ispira Manicomio primavera (1989). Per questo «figlio imperfetto», cercando una dimensione dove essere «madre handicappata» senza rinunciare ad avere un’esistenza vivibile, si trasferisce nel 1991 a Perugia. Poco dopo dà alle stampe Il gioco dei regni (1993), che Alberto Asor Rosa riconosce come «uno dei più bei libri italiani degli ultimi vent’anni, e il più bel libro di memoria famigliare ebraica accanto a Lessico famigliare di Natalia Ginzburg».

Proprio in Umbria nel 1998 crea con Stefano Rulli la Fondazione La Città del Sole (di cui fino al 2009 è presidente), una Onlus che costruisce progetti residenziali e lavorativi per persone con disagio psichico, anche grave. Per aiutare l’associazione, Sereni attiva una rete di amicizie con le quali organizza eventi culturali e conviviali di autofinanziamento, narrati ne Le Merenzanze (2004). L’impegno per la comunità di Perugia arriva a coinvolgerla a livello istituzionale: dal 1995 al 1997 è vicesindaca con delega alle politiche sociali per la giunta comunale di centro sinistra, esperienza che metabolizzerà nelle pagine di Passami il sale (2002). Editorialista per l’Unità e il manifesto, traduttrice di BalzacStendhalMadame de La Fayette, ha curato miscellanee come Mi riguarda (1994), Si può! (1996) e Amore caro (2009). Dal 2009 è direttrice de le farfalle, collana che ha ideato con Francesca Silvestri e che ha per protagoniste donne a suo giudizio meritevoli di essere ri-raccontate. Nel 2004 partecipa a Un silenzio particolare il docufilm di Stefano Rulli sull’esperienza di vita col figlio Matteo. Gravemente malata, il 25 luglio 2018 sceglie di morire a Zurigo, lucida e libera come ha sempre vissuto.
Ha pubblicato anche: Eppure (1995), Taccuino di un’ultimista (1998), Da un grigio all’altro (1998), Il lupo mercante (2007), Una storia chiusa (2012).

Biografia a cura di Puma Valentina Scricciolo

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